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Una settimana per stringere alleanze e progettare un’economia circolare di quartiere

Venerdì 9 aprile 2022 si è conclusa nella cornice di Base a Milano, la seconda edizione della Fab City Residency, una delle attività inserite all’interno dell’azione pilota milanese legata al progetto europeo Centrinno.

Per questa edizione abbiamo scelto come focus tematico il tessile e più in generale come creare economie circolari di quartiere partendo da scarti e rimanenze di magazzino; un percorso che ha visto coinvolti designer internazionali, sartorie sociali, alberghi, piccoli produttori di tessuti e  rappresentanti del mondo associazionistico lombardo.

Ma partiamo dal principio.

Inizia tutto venerdì 1 e sabato 2 aprile con il workshop “MILANO 2040: COME L’ECONOMIA CIRCOLARE HA MODIFICATO I MODELLI DI BUSINESS”, un titolo che guarda al futuro ma che necessariamente deve partire dal presente.

Mariagrazia Berardi – project manager della rete Enterprise Europe Network per CNA Lombardia – ha condotto i partecipanti in un percorso di progettazione e analisi basato sul modello dei 3 Orizzonti,  sviluppato nel 2006 da Bill Sharpe dell’ International Futures Forum  come parte del lavoro svolto per “The UK Foresight Program’s Intelligent  Infrastructures Project”.

Ai partecipanti, infatti, è stato chiesto di partire dall’analisi degli aspetti che sono oggi prevalenti e quello che ci si potrebbe aspettare se si  continuassero a reiterare gli stessi comportamenti per poi passare ad immaginare un futuro differente: un lavoro non solo creativo e di immaginazione per allontanarsi dal modo di pensare quotidiano per esplorare  come potrebbero realizzarsi abiti e accessori  a partire da una serie di risorse locali, coinvolgendo artigiani, maker, e intercettando delle necessità di consumo di attori locali, come scuole, associazioni, imprese locali all’interno di un circuito rigenerativo del territorio urbano.. Nuovi modelli di business, flussi di materiali in grado di rimanere sempre all’interno del circuito produttivo per  un futuro circolare.

Il workshop è stato anche l’occasione per discutere del recente percorso di transizione per l’ecosistema tessile – cd. Textiles Ecosystem Transition Pathway – avviato dalla Commissione europea, presentando una serie di scenari che definiscono come l’industria tessile può raggiungere le transizioni verdi e digitali – la Commissione europea invita produttori e trasformatori di fibre naturali o sintentiche, produttori di filati, di tessuti per la casa, di calzature e pelle, di tessuti tecnici, di tappeti, di abbigliamento in generale, a riflettere su questi scenari e ad esprimere le loro opinioni sulla visione e le azioni necessarie per ottenere un ecosistema tessile più resiliente, sostenibile e innovativo.
I soggetti interessati sono invitati a compilare il relativo sondaggio
entro il 15 maggio 2022 – .

A partire da lunedì 4 aprile e fino a venerdì 9 aprile, si è svolto il processo di prototipazione e creazione da parte dei designer ospiti della Fab City Residency: Sara Alvarez e Tobia Cecchin con il supporto di Spazio 3R, atelier di sartoria sostenibile che ha gentilmente messo a disposizione competenze e macchinari. I materiali di partenza, su cui basare il design, sono scaturiti da un percorso di mappatura e networking che ha l’obiettivo di individuare tutta una serie di aziende e organizzazioni che hanno a disposizione giacenze di tessuti non utilizzati perché in poche quantità, non vendibili in quanto con piccoli difetti, oppure prodotti poco usati e facilmente riutilizzabili. In questa prima fase della sperimentazione abbiamo accolto il contributo di uno storico hotel milanese spesso frequentato da Giuseppe Verdi e con sede in via Manzoni, il Grand Hotel Et De Milan, che ha donato una serie di lenzuola di cotone di alta qualità  con un buon potenziale di riutilizzo;  la Tessitura Grisotto con sede nel varesotto, fondata alla fine degli anni ‘50 che ha messo a disposizione alcuni rotoli di cupro multicolore,  una fibra derivata dal cotone e simile alla seta o alla viscosa. Infine lo stocchista Guerra di Gallarate che ha contributo con una serie di tessuti di campionario.

La residenza è iniziata con un momento di brainstorming in cui il gruppo di lavoro del progettoha introdotto ai due designer il contesto locale e i materiali. Una parte della discussione si è concentrata sui possibili prodotti che potrebbero trovare una richiesta a livello locale a partire dai quali  si sarebbero poi sono sviluppati  diversi prototipi  per testare concretamente come un’economia circolare di quartiere sia possibile.
Durante la settimana abbiamo visitato lo Spazio3R, per un confronto con le sarte dell’associazione e una vera e propria fase pratica sartoriale di ottimizzazione di alcuni concetti emersi nei giorni precedenti; e successivamente il fablab Opendot dove oltre a testare alcune lavorazioni di taglio e incisione con la macchina laser, i due designer hanno realizzato alcune etichette con il marchi Manifattura Milano, che potrebbe diventare un brand collettivo per riconoscere i futuri prodotti di queste collaborazioni locali.

Per sottolineare l’importanza e la necessità di creare flussi economici circolari con dimensioni di scala ridotte – come ad esempio un quartiere – venerdì sera si è conclusa la Fab City Residency con un incontro formativo di restituzione dei risultati e discussione dei prossimi passi.

Un momento per fare il punto, presentare i primi prototipi “Manifattura Milano”, confrontarsi e gettare le basi per nuovi progetti e appuntamenti che coinvolgano sempre di più la manifattura dei piccoli produttori milanesi in processi circolari urbani. Il lavoro è appena iniziato, e alcuni risultati ancora più concreti, si vedranno nelle prossime settimane!

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